Broni Oltrepo’ Pavese ,
un giorno soleggiato di primavera l’eretico ha preso la direzione di queste colline lombarde per incontrare un maestro” commendatore” vignaiolo ,un giovane ottantenne che fa vino da molti lustri fedele al suo credo. LINO MAGA era in giornata , raccontandoci di come con il Veronelli e il Giuan Brera giocava a scopa, ha dato il via ad una verticale che ha attraversato 30 anni ( Lino ricorda tutte le annate che ha prodotto e definisce in 30 anni il limite per i suoi vini) del suo Barbacarlo.
Un vino diverso ogni anno ,un vino in grado di documentare l’annata attraverso le sue caratteristiche cosi legate al sole ,alla terra ed alle nuvole.Un viaggio che attraverso gli odori e le sensazioni gustolfattive trasmette il suono delle cicale accaldate o la rabbia del tuono. Un vino che riassume in pieno il significato di terroir e di vignaiolo.Il vino ottenuto da Croatina ,Uva rara ed Ughetta( Vespolina), coltivate sui terreni impervi ,tufosi con esposizione a sud-ovest ( la resa e’ molto bassa, varia di anno in anno ) nel rispetto della antica conoscenza contadina dove l’uso della chimica non e’ previsto ed il rispetto della natura e’ parte della liturgia ancestrale per ottenere le uve da vinificare.La raccolta avviene manualmente selezionando i grappoli ed il processo di vinificazione in cantina non prevede l’uso di lieviti selezionati o sostanze chimiche ,ne di pratiche enologiche estreme atte ad omologare il vino e renderlo sempre uguale a se stesso,la pigiatura e la fermentazione vengono effettuate in grandi botti di rovere con la svinatura dopo 7-8 giorni, successivamente si effettuano periodici travasi per la decantazione naturale.Il legno che lo accarezza e’ quello di antiche botti grandi collaudate e non di ruffiane barrique.Ad Aprile-Maggio si procede all’imbottigliamento. Il Barbacarlo anche nel suo nome racconta la tradizione del luogo e della famiglia vignaiola che lo produce ,la parola barba in dialetto vuol dire zio e la parola zio ricorre anche in uno dei sinonini dell’uva Croatina detta anche “uva del zio” ( enografia AIS).Per quanto riguarda l’abbinamento Lino consiglia di essere in due ” LA BOTTIGLIA E CHI LA BEVE”.
Le degustazioni sono molto diverse tra le varie annate ,alcune bottiglie con un grande avvenire davanti altre mature , ampio e COMPLESSO l’olfatto che spazia raccontando il sottobosco, il cuoio, la frutta matura( bacca nera, rossa ed in confettura) ,spezie , liquirizia,pepe e fiori macerati …le piu’ antiche portano terziari quasi “nebbioleggianti” dove non e’ difficile trovare eterei ,cambiano di continuo a distanza di pochi minuti ( fatelo respirare delicatamente).In bocca talvolta si avverte il residuo zuccherino aromatico ( l’annata 2003 fu inizialmente bocciata dalla commissione per la doc ,docg causa l’alto residuo zuccherino ma Veronelli si emoziono’ a tal punto di conferire il SOLE dei vini migliori dell’anno-fu l’ultimo che Veronelli attribui’), un vino persitente , di struttura talvolta corposo, morbidamente alcolico.
Il mio vino non segue le regole del mercato ma quelle del tempo e dell’esperienza, è succo d’uva della terra, del luogo che lo ha partorito, per la gente che ama ancora il sapore della terra…
Lino Maga
Un vino che emozionando merita di aprire il blog di VERO VINO.