per GUSTODIVINO
A volte,nel tentativo di spiegare a dei profani un concetto tecnico,ci si imbatte in un colpo di fortuna.Tentare di enunciare una definizione di “buon vino” o di “vino al naturale” può essere una impresa complessa e carica di imperfezioni semantiche.La scienza enologica sicuramente aiuta nel delineare dei concetti ma lo fa con un linguaggio incomprensibile alla maggioranza degli “ignoranti”ed ecco che l’oggetto di questo post entra in scena: Gli ignoranti,vino e libri,diario di una reciproca educazione di Davodeau.Tempo fa acquistai questa graphic novel in inglese ripromettendomi di recensirla,l’uscita della versione italiana(finalmente)mi ha definitivamente confermato l’utilità,oltre che il piacere,di questa forma di lettura.Le belle immagini,frutto dell’arte dell’illustratore Davodeau,sono un supporto essenziale al valore dei testi (autore lo stesso Davodeau)che fanno comunicare i due protagonisti della storia,una fiction novel che assume valore di saggio.Uno scrittore autore,Etienne Davodeau che attraverso le sue opere ha spesso raccontanto il mondo del lavoro e come questo possa influire sulla vita sociale delle persone,incontra un suo amico vignaiolo Richard Leroy che conduce pochi ettari di vigna in modo biodinamico.Da questo incontro,tra l’ignorante di vigna Etienne e l’ignorante di scrittura creativa Richard,scaturisce la cronaca illustrata di una reciproca educazione.Tra una visita in vigna,una potatura,una degustazione e lettura di fumetti,visite a produttori biodinamici o tipografi,entrambi scopriranno l’importanza del fattore umano e il nostro essere parte di un sistema natura non omologabile a logiche industriali.In modo non banale ma efficace la storia spiega,illustrando,cosa si intende per un vino al naturale.Credo che questo libro risponda molto bene alla domanda,spesso posta dall’amico di turno, sul cosa si intenda per vino vero,di territorio,artigianale,al naturale e lo faccia in modo piacevolmente informale seppur senza l’ausilio di una reale bevuta.La cultura specifica e’ un requisito fondamentale per poter capire alcuni fenomeni come quello della vinificazione al naturale,un neofita appassionato senza chiarezza concettuale rischia di non trovare il nesso tra cio’ che (de)gusta e certe pratiche vitivinicole.Personalmente non amo gli eccessi accademici espressi in trattati asettici,zeppi di dati e formule,mentre trovo fondamentale l’opera di alcuni divulgatori enoici del passato o del presente.Il libro è edito da Porthos,creatura culturale di Sandro Sangiorgi,questa cellula si autodefinisce di resistenza creativa e si occupa in modo indipendente di vino,cibo e appunto di cultura.Il progetto italiano del libro e’ nato tra una sinergia tra Sangiorgi e Sergio Rossi,storico del fumetto,scrittore e direttore di diversi progetti editoriali.Rossi,proprio come l’Eretico,si era innamorato di questo testo tempo fa e quando Sangiorgi( arrivato secondo) lo ha contattato,per i diritti del libro,non ha avuto dubbi sul fatto che un esperto di vino fosse vitale per la versione italiana.I curatori dell’edizione italiana ci fanno notare che lo stesso Leroy(il vignaiolo) a pagina 106 si esprime cosi”sembra che gli aggettivi con il prefisso bio siano una rassicurazione per il cliente che compra e beve questi vini senza sapere nulla da dove vengono,come sono fatti,con quale metodo“.Fare cultura ed informare e’ un servizio che molti autori enoici offrono,con mezzi diversi,al consumatore.Sandro Sangiorgi,credo a ragion veduta,possa essere indicato tra i migliori e la sua opera antologica”L’invenzione della gioia“,è un testo fondamentale per chi volesse illuminare la sua innocente ignoranza enoica.
Porthos Edizioni srl-Via Laura Mantegazza, 600,0152 – Roma (RM)
http://www.porthos.it www.etiennedavodeau.com