le interviste dell’Eretico Enoico: Andrea Fiorini Carbognin

La prima intervista che inaugura una serie dedicata ai vignaioli artigiani, in un certo senso eretici, è dedicata ad Andrea Fiorini Carbognin. L’idea è quella di mettere al centro di queste “chiacchierate” non le bottiglie ma l’uomo che artigianalmente le produce.

La scelta per  questo “# 1” o meglio numero zero è ricaduta su di un interprete molto promettente della Garganega, AFC ( Andrea Fiorini Carbognin ) un vero garagiste debuttante, una piccola vetrina per offrire spazio a chi vuole coltivare anche i sogni insieme alle vigne e fare cultura della terra. I protagonisti di questo ciclo di interviste saranno diversi sia per esperienza che per approccio alla vitivinicoltura, nomi ben noti e piccole realtà eretiche.

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Le vigne di AFC sono in provincia di Verona, le potenzialità delle sue Garganega potrebbero regalarci un Soave ( in purezza Garganega ) finalmente in grado di recuperare la tradizione e la tipicità attraverso la naturalità. AFC ci crede e sta sviluppando il suo progetto dopo anni di collaborazioni e di amicizia ( il volto di Andrea risulterà famigliare a molti appassionati frequentatori di rassegne enologiche ) con il “volutamente declassato ” Menti.

Le domande dell’Eretico

EE – perchè hai deciso di ” fare ” vino ? AFC – per valorizzare il mio territorio creando un vino ( Soave ) che attualmente non esiste.

EE – quante bottiglie produce la tua azienda e da quante vendemmie firmi tu l’annata ? AFC – il 2015 sarà la mia prima annata e stimo una produzione di 3500 bottiglie.

EE – come descriveresti ad un consumatore non esperto il tuo concetto di ” vino naturale “? AFC – il vino naturale è un viaggio ad occhi chiusi.

EE – entrando nello specifico della vinificazione, la fermentazione alcolica nella produzione dei tuoi vini che tipo di metodo adotta e quali sono le tue idee relativamente al concetto di spontaneità e naturalezza in questa fase ? AFC – AESTHESIS ( la mia azienda ) produrrà inizialmente due vini: GARGANUDA, vendemmia manuale, pressatura soffice e vasca d’acciaio a temperatura controllata. Dopo la prima decantazione si effettua il primo travaso e poi si inocula un piede di fermentazione creato precedentemente con le stesse uve, un leggero aumento della temperatura controllata permetterà una fermentazione spontanea e regolare; CAPITEL SAN MARCO, schiacciatura soffice ed avvio della fermentazione sulle bucce con i propri lieviti a temperatura non controllata, dopo circa 4 giorni si tolgono le bucce e si fa terminare la fermentazione in barrique esauste. Entrambi i vini rimarranno per circa un anno sui propri lieviti prima di essere imbottigliati.

EE – quanto nelle tue decisioni, durante la vinificazione, influisce il supporto delle analisi di laboratorio e quanto il tuo istinto ed artigianalità ? AFC – sto imparando giorno dopo giorno, confido molto nel fiuto del mio amico fraterno Stefano Menti e tutto sarà deciso insieme passo dopo passo. EE, il vino artigianale è anche amicizia e la voglia di trasmettere conoscenza, elemento centrale nella conservazione della tradizione.

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EE – solfiti si , quando e quanti ed aggiungerli perchè ? AFC – non vorrei superare i 40 mgl e tentare anche qualcosa  meno vista l’annata, sarà l’unico ingrediente esogeno aggiunto alle mie uve.

EE – la tua bottiglia più iconografica, annata e tipologia ? AFC – Garganuda 2014, creata in un garage per capire che potenzialità avrà il vino che produrrò con questa vendemmia. Una sfida eretica realmente ” garagiste “, 150 bottiglie che sono state un must have per pochi amici appassionati.

EE – che sfida futura ti impegnerà nella produzione di un vino che ancora non fa parte della tua selezione? AFC – il mio desiderio è produrre un Soave macerato con caratteristiche che in commercio non esistono.

EE – il produttore che preferisci nel tuo bicchiere? AFC – Jean Pierre Robinot

Grazie Andrea ed in bocca al  lupo