Il signor Garganuda plus DOC

La prima intervista che inaugurò una serie dedicata ai vignaioli artigiani, in un certo senso eretici,  era dedicata ad Andrea Fiorini Carbognin. L’idea era quella di mettere al centro di queste “chiacchierate” non le bottiglie ma l’uomo che artigianalmente le produce e lasciarlo esprimere. AFC ( Andrea Fiorini Carbognin ), un vero garagiste debuttante, ha fatto in poco più di  due anni grandi cose e ha dimostrato come  un vino al naturale ( in conversione biodinamica ) può ottenere la DOC in un distretto rilevante ed enopoliticamente conservatore come quello di Soave. Il post, oltre a quanto scritto sopra, desidera segnalare come la parola  Soave (finalmente) possa cominciare ad apparire su etichette di bottiglie vive e al naturale.

L’Eretico ci aveva visto giusto ( grazie anche alla smisurata passione per la nobiltà bianca italiana di cui il Soave e le sue uve garganella ne fanno parte a pieno titolo ), lasciamo la parola ad AFC :

Sono passati poco più di due anni da quando l’Eretico, credendo fortemente nel mio progetto, mi intervistò sulla mia “idea di vino” ( allora  solo dentro ad una vasca inox ), fra mille peripezie oggi è una realtà apprezzata nel variegato panorama del vino “naturale.23592433_1786668288292618_7229943315577904015_o

quanto è stato importante per te il riconoscimento dell’identità territoriale nei tuoi vini? Come dissi al tempo volevo fortemente che Garganuda si vestisse anche di quella DOC (Soave) poco conosciuta negli ambienti “natural”. Ho sempre creduto nel mio territorio per la multivarietà del sottosuolo che abbinata alla versatilità della Garganega, nel tempo, può dare alla luce vini di grande “energia vitale” ed “eleganza eterea”, quello stesso tipo di eleganza che ancor’oggi ricerco nel bere ma che raramente trovo.

fortuna del principiante o capacità di rispettare la terra ed i suoi frutti? La prima annata (calda) è stata fortunata ed è andata molto bene,  i bevitori del mio bianco hanno apprezzato a tal punto da mandare Garganuda in sold out dopo solo un mese dall’uscita.
Nella seconda annata si è rafforzato il gradimento supportato da una maggiore complessità del vino , l’uva sta reagendo in positivo alla totale conversione biodinamica e finalmente libero dal mio lavoro di sbirro sto ultimando questa delicata transizione nei vigneti di famiglia.

la prossima annata in uscita? L’estate scorsa  ho preso la mia prima “burrasca” d’agosto, il raccolto è stato salvato anticipando la vendemmia e raccogliendo il giorno successivo la grandine.  il vino (attualmente in vetroresina senza solforosa aggiunta) è debole a livello strutturale ma impenna sulla verticalità ed avendo altra uva (biodinamica e destinata  ad una seconda versione di Garganuda ) ho deciso di effettuare un lavoro di blending con l’uva grandinata ma senza marciscenza (sulla mia pagina c’è il report fotografico) ed il vino dovrebbe uscire a giugno.

profeta in patria o eretico ? La cosa che mi ha fatto riflettere maggiormente in questi tre anni è stato il positivo riscontro dei consumatori internazionali ( mensilmente  ho  richieste dal Giappone e dal resto del mondo che sfortunatamente non posso accogliere per il numero limitato di bottiglie prodotte), non è azzardato pensare che il gusto di questi consumatori non è appesantito da pregiudizi che ritrovo in casa. Il consorzio del Soave, che marchia circa 50 milioni di bottiglie annue, mi guarda ancora come “fenomeno da studiare”, mi invitano ogni anno alla loro kermesse, denominata Soave Versus e al mio banchetto mi sento ripetere per tutta la durata della fiera frasi del tipo:
“Il tuo vino è strano  – Il tuo vino è diverso – perché il tuo vino non ha un colore brillante? Il tuo vino è interessante, ma non so se mi piace – ma è Soave questo?”

Andrea è Soave o non lo è ? Quest’ultima domanda mi fa sorridere, io per fare (per l’appunto) il Soave, uso uve biodinamiche a basse rese, in una parcella nella DOC stessa, fermento spontanemente (se la memoria non mi tradisce il vino è nato così), non stabilizzo, non filtro e cerco di stare sempre attorno ai 40 mgL di solforosa. Non è Soave questo? E’ Soave tanto quanto chi per scelta usa tecniche di “ingegneria enologica” in cantina e ancor’oggi si ostina a usare la chimica di sintesi nei vigneti. Io vado avanti per la mia strada confortato dalla bellezza della mia vigna e dal gradimento di chi beve il mio vino.

novità nel prossimo futuro? Ho molte cose che mi frullano in testa per il futuro, soprattutto quello di avere qualche bottiglia in più da immettere nel mercato, ma la difficoltà di trovare terreni in affitto nelle mie zone è molto grande.
Oltre all’allargamento di Garganuda Soave, sto guardando al panorama Veronese, la mia città e magari chissà…. arriverà presto una bella sorpresa…
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P.S. tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto del mio amico fraterno  Stefano Menti, saggio mentore nel percorso tortuoso del vino e dall’indomita esperienza vulcanica trasmessa da Raffaele Bonivento .

http://www.garganuda.com

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