In occasione di Io Bevo Cosi ,”anteprima” milanese della omonima rassegna, ho avuto modo di incontrare di nuovo Romina e Sauro di Podere Luisa. La simpatica coppia, oltre i vini , proponeva alcuni salumi che meriterebbero da soli una attenta degustazione presso il loro agriturismo.Podere Luisa è una azienda agricola famigliare che produce nel solco della tradizione ma non rinuncia a stupire con vinificazioni eleganti, genuine e seducenti.
Il loro rosato ha già infranto cuori tra gli appassionati e credo che Amnesya IGT Toscana bianco 2014, avendo il potenziale di un grande “orange “, scalderà molti palati. Questo vino, proposto appena pronto, ha davanti qualche anno per affinarsi, raccolto manualmente da vigne di circa 40 anni su terreni argillosi, è composto da trebbiano e malvasia ( 60% e 40% ,la percentuale dipende dalle annate), macerazione sulle bucce di 15 giorni per questa annata e comunque finche lo zucchero è tutto svolto. Trasferito, dopo la pigiatura, in tonneaux e barrique, il 2014 è in bottiglia da settembre scorso.
la “chiacchierata” di Eretico Enoico con Romina Erbosi
perché hai deciso di “fare vino” ? In realtà Sauro è figlio d’arte nel senso che la sua famiglia ha prodotto vino da sempre nell’attuale azienda agricola. Sauro, come spesso accade, ha fatto un percorso suo lavorando nel settore carni ed apprendendo l’arte della norcineria. Anni dopo siamo rientrati e da quel momento entro in scena io, battendomi per far uscire l’azienda dal convenzionale sfruttamento del Chianti. Io sono sempre stata attratta dal mondo vino e quando ho conosciuto i vini naturali di Patrik Meyer si è aperto un percorso senza ritorno al convenzionale,verso il mondo “naturale”.
quante bottiglie mediamente produce la tua azienda e da quante vendemmie firmi tu l’annata ? Attualmente siamo a 10.000 bottiglie, dal 2010 firmiamo il nostro vino, anno in cui decidemmo di non vendere più il nostro vino ad altre cantine ma di imbottigliarlo e commercializzarlo.
come descriveresti ad un consumatore non esperto il tuo concetto di ” vino naturale” ? Quel vino fatto con l’uva prodotta dalla mia vigna dove la mano dell’uomo accompagna il processo di vinificazione senza prevalere sulla generosità della natura stessa.
entrando nello specifico della vinificazione , la fermentazione alcolica nella produzione dei tuoi vini che tipo di metodo adotta e quali sono le tue idee relativamente al concetto di spontaneità e naturalezza in questa fase ? Continuando a parlare del vino in maniera convenzionale non facciamo altro che impoverire il concetto di naturalità. Il Vignaiolo ha come scopo principale quello di curare le sue vigne come i suoi figli. Se la vigna è senza chimica, il frutto è senza chimica, sapienza e tempo ( altro fattore fondamentale) daranno un vino senza chimica aggiunta. Noi raccogliamo grappoli sani dove la maturazione è arrivata al punto giusto, quei grappoli hanno già dei lieviti che se non disturbati da altro, pigiati inizieranno il loro percorso ormai catalogato da secoli. La sapienza è trattare questo vino con tanto rispetto per far si che arrivi al termine del suo percorso senza perdersi in sostanze non buone. Se l’agricoltura è buona, possiamo avere un buon vino ma in mancanza di questo presupposto entriamo in merito a mille disquisizioni dove l’uomo può agire raccontando mille e una storia.
quanto e come nelle tue decisioni ,durante la vinificazione ,influisce il supporto delle analisi di laboratorio e quanto il tuo istinto ed artigianalità ? Siamo molto istintivi e al tempo stesso pragmatici ma in cantina vince l’istinto e la passione. Le analisi influenzano più alla fine della storia quando dobbiamo decidere chi imbottigliare di tanti figli.
solfiti si, quando e quanto e aggiungerei perché ? Si, non ci sentiamo ancora abbastanza pronti per abbandonarli del tutto. Quando imbottigliamo siamo entro i 30 mg/l sia per i rossi che per i bianchi, esportiamo la maggior parte dei nostri vini e vogliamo correre meno rischi possibili . Questa è una domanda convenzionale nel senso che la chimica enologica scova altre vie per non mettere solfiti usando sostanze anche più dannose, possibile si debba sempre parlare di ciò. Sta accadendo quello che è accaduto nel modo del dopping. I giudici cercano una sostanza e intanto le sostanze sono già altre.
quale è la condizione ideale per un vino che sta per affrontare una fermentazione malolattica spontanea ? La calma , Il tempo giusto per farsi che tutto avvenga senza forzature.
il metodo di affinamento che in questo periodo rappresenta ,nella tua cantina , una nuova sfida? E’ il cemento, ritengo che sia una piccola sfida per come è stato considerato, soprattutto dai sapienti intenditori, negli anni.
la tua bottiglia più iconografica, annata e tipologia ? Io amo tutti i vini prodotti ma cito il Castelperso 2011 perché in quel vino la natura è veramente importante e L’ombra di Rosa perché è il mio vino.
che sfida futura , se puoi rivelarlo, ti impegnerà nella produzione di un vino che non fa parte della tua selezione attuale ? Vorrei fare il rosato frizzante già abbiamo delle prove ma in grande scala ancora sono titubante .
il produttore che preferisci e che vino non tuo avresti voluto firmare ? I vini di Julien Meyer Alsazia perché con lui ho avuto l’illuminazione. Il Barolo di Beppe Rinaldi spiegato da lui che è un pozzo di sapienza come intendevano i Greci, ti inchini a tanto onore.
Romina Erbosi
Agriturismo Podere Luisa
Via Di Rendola 152
52025 Montevarchi (Ar).
Tel. +390559707334